La decisione dell’editore, che sarà contestata nelle sedi competenti, arriva dopo due anni di cassa integrazione straordinaria e di contratto di solidarietà e nonostante il Servizio lavoro della Provincia autonoma avesse riscontrato ripetute irregolarità. Inoltre da un anno i lavoratori non hanno ancora ricevuto l'integrazione al reddito INPS proprio a causa di tali irregolarità, che le istituzioni hanno fatto finta di non vedere, accumulando ritardi che hanno penalizzato i dipendenti.
Gli aspetti contestabili sono molti: la procedura di licenziamento senza apertura di un confronto sindacale per la definizione di criteri; la ripetuta assenza in questi due anni di crisi di un serio piano industriale di rilancio; il tentativo immediato di ricorrere a collaboratori esterni per coprire le mansioni svolte dai redattori appena licenziati.
Eserciteremo la massima vigilanza affinché la politica trentina e regionale non concedano credito e risorse economiche a chi pensa di fare informazione seria, libera e deontologicamente corretta con solo tre giornalisti rimasti per servire un territorio di 530.000 abitanti esteso più di 6.000 kmq e con un servizio informativo che copre 365 giorni all’anno, dalle 7 del mattino alla sera.